lunedì 27 febbraio 2012

APPUNTAMENTO CON IL FUTURO – dall’opuscolo 1995

Come sempre fervono i preparativi: "c'è odore di processioni" dicono i cerimonieri e gli organizzatori riferendo non un detto "confraternitese", ma annusando una reale fragranza composta da profumi primaverili mescolati a resine di croci e lampioni con un pizzico di muffa annidata in sacchi e simboli che tornano alla luce dopo un anno di austero letargo.

Agli osservatori disattenti il frusciare delle vesti e il tintinnio degli incensieri d'argento, il fluttuare delle "bacchette" cerimoniali e l'ondeggiare del coro del Miserere, l'andirivieni dei dispacci e il cambio dei portatori delle statue, il farfugliare delle fiaccole e la triste teoria dei "martìri", sono componenti standardizzate di un antico copione da recitare a memoria, ma non è così. Chi più da vicino sia attore o spettatore attento del fenomeno religioso "Processioni della settimana santa", sa bene che, benché gli ingredienti siano per lo più quelli di sempre, un novum emerge imperioso ogni anno. Non potrebbe non essere così, dal momento che si tratta di una tradizione, termine che definisce non un reperto archeologico, ma un fenomeno umano radicato nel passato e proteso verso il futuro. Questo già solo ad una semplice lettura umana, ma quando si consideri l'aspetto religioso e, ancor più, di fede, la luminosità del futuro riverbera ben oltre l'eco della storia. Anche quest'anno un popolo si pone in cammino sulle "vestigia degli antichi padri " non con un fare nostalgico, ma con un'ansia rivoluzionaria, non come residuo di un mondo al tramonto, ma come alfiere prealbare di un nuovo giorno. Sentiranno i giovani del " Miserere", i cantori/trici di questo o quell'inno, i cruciferi e turiferari, i priori e gli assistenti che la processione li spinge avanti con forza e non permette di attardarsi sul passato? I componenti delle bande musicali puntualmente assonnati tra l'uscita notturna e quella serale intoneranno lugubri marce funebri o danze tese a "svegliare l'aurora" come vuole il salmista? E i parroci che chiuderanno il corteo in compagnia dei governi avranno aria da funerale o occhi teneri di padri che portano i figli al fonte battesimale?

La tradizione delle Processioni, che pure si è sedimentata attraverso vari secoli, è una bandiera che abbiamo ricevuto e che dobbiamo trasmettere ad altri non come una memoria, ma come memoriale, termine propriamente eucaristico con cui si allude a un evento passato che si riattualizza nel presente e ci invita a guardare oltre.

Sia nelle processioni di impronta eucaristica del giovedì santo, sia in quelle penitenziali del venerdì, i credenti scoprono la fede cristiana come sovversiva rispetto ad ogni passato ed ogni presente e per questo si avviano. "Dove vai? ", mi sarà chiesto uscendo di casa al tramonto, nel pieno della notte o la sera di Parasceve. "Vado alla processione!", ho ripetuto gli altri anni. Quest'anno dirò: "Ho un appuntamento col futuro!". Anche le donne che andavano al sepolcro alle prime luci dell'alba con aromi e candidi lini avevano organizzato una triste processione rivolta al passato, ma restarono deluse perché l'evento della Risurrezione di Cristo sconvolse i loro piani invitandole a volturare al futuro il loro mesto pellegrinare: "Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui: E' RISORTO!". E si misero in cammino gioiose verso il sole nascente. Verso Cristo. Verso il futuro.

Invano quest'anno cercherò di identificare il vuoto lasciato da don Alberto nelle processioni che per cinquant'anni ha promosso, animato, amato. Se fosse un ricordo, un andare al passato, avrei motivo di scorgere nel pallore della statua della Vergine abbrunata o sulle piaghe benedette del "Cristo morto " un ulteriore supplemento di dolore per l'assenza di colui che sapeva commuoversi fino alle lacrime per il canto del "Calvario" o del "Miserere". Ma inutilmente cercherò questi segni di morte che lascio ai necrofili e agli uomini senza speranza. Quest'anno ho un appuntamento con il futuro. Don Alberto, come tutti i defunti, non è alle mie spalle, ma avanti a me: il 30 dicembre scorso mi è passato avanti. Di lui, come di Cristo, gli angeli dicono: "Perché cercate tra i morti colui che è vivo? ". "Non è qui nel passato, è risorto e vi precede nel futuro! ". Faccio fatica a convincermene, ma è così. E’ meraviglioso! Farò di tutto per esserci quest'anno all'appuntamento delle processioni: non ho nessuna voglia di restare indietro. Avrà l'aria compiaciuta e il sorriso largo dei giorni sereni, non sarà preoccupato per i capricci del suo grande cuore infartuato, le braccia aperte pronte a stringere i suoi figli, gli occhi luminosi..., il nostro don Alberto! Non lo cercate al solito posto, a fianco del Priore con la zimarra, il tricorno e il volto teso, non lo cercate in coda alla processione dove lo avete visto fino all'anno scorso. Da quest'anno sarà il primo, in capo al corteo che cammina verso il futuro della risurrezione o la risurrezione del futuro. Ci sarà insieme a tutti i nostri morti. Essi non attendono più, come noi, il futuro. Essi sono futuro.

domenica 26 febbraio 2012

VIA CRUCIS IN BASILICA

Tutti i Venerdì di Quaresima
VIA CRUCIS
nella Basilica di San Michele Arcangelo
ore 19,30
ed a seguire le prove del Miserere

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(autore della fotografia Photo 105)

CONGREGA DEI LUIGINI – PROGRAMMA COMPLETO

ImmaginePASQUA 2012 COMPLETA

PASQUA 2012

CONGREGA DEI LUIGINI
Oratorio di San Nicola

  • Giovedì 1, 8, 15, 22 e 29 marzo 2012 - ore 18,30
    Recita del Santo Rosario itinerario di catechesi “La speranza
    ritrovata”

  • Domenica 25 marzo 2012 - ore 16.00
    Pellegrinaggio alla tomba di Casanocillo

  • Sabato 31 marzo 2012 - ore 19,30
    Santa Messa in ricordo di Don Eduardo Mastellone e di tutti i sacerdoti passati per l’Oratorio di San Nicola

  • Martedì Santo 3 aprile 2012 - ore 20.00
    “Ti penso ... e cambia il mondo”
    Incontro di Preghiera per tutti i confratelli

  • Giovedì Santo 5 aprile 2012 - ore 18.00
    Partecipazione del Governo del Sodalizio alla Messa in Coena Domini nella Basilica di San Michele Arcangelo

venerdì 24 febbraio 2012

IL PANE, LA CROCE, LA LUCE – dall’opuscolo 1993

Anche quest'anno ci metteremo in cammino. Le strade, le vesti, i simboli, i canti saranno quelli di sempre: sotto il cappuccio risentiremo il respiro di nostro padre, del nonno, del trisavolo che non abbiamo mai conosciuto e di tanti che dal fondo dei secoli ci hanno trasmesso questa santa tradizione. Speriamo di avere gli stessi cuori ferventi e compunti con cui essi, prima di noi, andavano cantando con le parole e il dolore di Davide: «Miserere!».

Al tramonto o nella notte di Giovedì Santo, per continuare la intima e dolce atmosfera del Cenacolo dove Gesù si è consegnato ai suoi amici, andremo per le strade a raccogliere il grido della fame: fame di pane, fame di senso, di amore, di speranza. Passeremo di porta in porta a raccogliere domande per convogliarle là dove si danno risposte: le chiese dove, tra luci e fiori, si indica il Pane. «Prendete e mangiate, questo è il mio corpo!». Le processioni del Pane ci attireranno, come per contagio, verso gli altari dove ogni fame trova il suo pane. Con le parole del profeta Isaia grideremo in silenzio: «Perché spendete soldi per ciò che non è pane? Venite, mangiamo! Venite, adoriamo!».

Chi mangia il pane croccante dimentica la veglia del panettiere, il cigolare doloroso della macina sui chicchi, il pianto della spiga recisa, la morte del seme sepolto nel solco: non c'è pane senza dolore. I discepoli hanno ancora in bocca il sapore buono del pane della loro prima comunione, quando Gesù è catturato, processato, flagellato, crocifisso. Il Pane buono è impastato di lacrime e di sangue ed è cotto nel forno dell'Amore.

Questa scoperta ci farà riversare per le strade più mesti, attoniti dinnanzi al mistero dell'amore che da la vita per gli amici. Al tramonto del Venerdì Santo sfileranno le processioni della Croce; con in mano un lampione (è sempre notte quando si soffre!), un «martirio», o portando sulle spalle l'immagine del Figlio morto o della Madre addolorata, passeremo per le strade raccontando una storia, anzi La Storia. La Storia di un Dio che per salvarci è venuto a soffrire e ha pagato per noi il prezzo della redenzione, nei vicoli e nei condomini passeremo a raccogliere dolore: tante madri si vedranno rappresentate e faranno compagnia alla Madre addolorata, tanti figli vedranno, nel Figlio, redento il loro dramma. Partiremo dalle chiese con un solo Cristo ed una sola Addolorata, ma, man mano, la processione si infittirà di croci e di dolori perché ancora oggi ed anche da noi Gesù continua a soffrire e a morire. «Prendete e soffrite — Egli dirà — questa è la mia Croce!» e molti Cirenei accetteranno di fargli compagnia mossi a compassione dalle lacrime di Maria e dalla dolcezza dello sguardo del Condannato. «Miserere» canteranno in tanti per farci ricordare che Pilato, Erode, Pietro, Giuda. il Centurione... siamo noi, ed io, sotto il cappuccio, verserò lacrime di pentimento mentre un gallo annuncia che la Pasqua si avvicina. Poi il silenzio e ridonato alle strade e le vesti sono ammassate mentre andiamo via a occhi bassi per nascondere la commozione.

Sabato Santo sera, senza metterci in fila si svolge la terza processione.

In chiesa, al buio, si accende una grande candela: «La luce di Cristo disperda le tenebre del mondo!». Il Pane Crocifisso ora prende ad ardere d'amore come una fiaccola ed invade le navate e i meandri del cuore: la fame e il dolore raccolti nei giorni scorsi sono trasfigurati e avviati alla gloria. Cristo Gesù è  risorto e capovolge la sorte dei condannali a morte. E’ Lui il Pane, è Lui il Crocifisso, è Lui la Luce. Mentre cantiamo il Gloria, sento gioire i nostri morti che agitano le loro croci come vessilli di vittoria e dai campanili sono pazze le campane. A noi, che abbiamo portato in processione il Pane e la Croce, Cristo dice: «Prendete e danzate, questa è la mia Luce!». Alleluia!  

mercoledì 22 febbraio 2012

SCURIALE

Il brano che segue è stato letto la notte di Venerdì Santo 2006 prima dell'uscita della processione dell'Arciconfraternita della Morte ed Orazione. Esso testimonia come le processioni siano ben più di un evento religioso; esse sono, ora come allora, le nostre radici, un sottile filo che ci lega, ovunque ci trovassimo nel mondo, alla nostra Piano di Sorrento, alla nostra gente, ai nostri ricordi. Volerle ostinatamente confinare nel ristretto ambito di semplici cerimonie penitenziali significa solamente privarle di significati che, soprattutto per i nostri concittadini che si trovano lontani dalla penisola, sono infinitamente più importanti. In fondo il nostro avo di oltre un secolo fa ripete quel Rito proprio per sentirsi a casa, per sentire idealmente vicini i suoi amici rimasti a Carotto, per sentirsi ancora Carottese!

Venerdì Santo 14 Aprile A.D. 2006 ore 2,30
Basilica di San Michele Arcangelo
Una Storia da Raccontare
Domenico Maresca "scuriale"
18 Aprile 1897 - Piano di Sorrento
Ultimo Venerdì Santo nel Vecchio Mondo
10 Aprile 1898 - New York
Primo Venerdì Santo nel Nuovo Mondo

Cara Lucia mia,
come sei lontana dai miei occhi ma come ti sento vicino al mio cuore!
Come è forte la nostalgia di te, dei miei affetti, del piccolo grande mondo che ho lasciato li a Carotto: gli amici del caffè, il mio salone dove ho appreso quell'arte che ora mi da mangiare qui a Nuova York.
La Nostalgia è forte proprio in questo giorno in cui mi sembra di rivedere le strade che noi percorrevamo con la processione della notte! Quelle strade che meno di un anno fa mi apparivano come una prigione, infiniti passi di sofferenza e privazioni, ora le ripercorrerei fino a consumarmi i piedi.
Avevo voglia di fuggire per un riscatto in questo nuovo mondo, ma sono solo fuggito da te, amore mio, e da tutte le persone che voglio bene! Un riscatto che non ho trovato; barbiere ero a Carotto, barbiere sono a Nuova York! Ma zio Aniello mi dice che il suo è un salone di una grande città e non di un piccolo paese! E' qui da dieci anni e non ha capito che quelle strade non solo non sono ricoperte d'oro ma sono ancora più brutte delle nostre!
Io quando penso a voi, rivedo la mia casa; il negozio di donna Concetta e donna Laurina; i mille volti del Vallazzano! E poi la processione: mi sembra di sentire ancora quei profumi di essenza di fior d'arancio delle pastiere che mia madre infornava mentre mi preparavo per uscire la notte con i miei fratelli cugini Michele e Gaetano! Chi sa se loro mi hanno pensato rifacendo la processione quest'anno!
Non puoi immaginare quanto sia triste il mio cuore! Mi da sollievo l'aver portato con me almeno la veste nera. Ricordo quanto ho litigato con mia madre che voleva mettere cose più importanti nella sola valigia che ci accompagnava! Ma cosa hanno dì più importante una madre ed un figlio che lasciano la propria terra per un mondo lontano se non l'unica cosa che li lega a quella terra. Cosi per me quella veste è stata ed è la cosa più preziosa che ho! Vincenzo sicuramente ne ha trovata una in meno l'anno scorso, digli che sto cercando di mettere qualcosa da parte e presto gli spedirò i soldi per farne cucire due: così mi perdonerà!
Mi manca la mia terra; non immaginavo potesse mancarmi tanto in questo mio primo anno! Domenica durante la Benedizione delle Palme sono stato proprio male! Ed è stato proprio allora che ho sentito dentro di me una voce che mi chiamava; una voce come quella brezza marina che dalla prua dell'Hesperia mi portava i sapori e gli odori della marina dì Cassano! Così mi sono fatto coraggio! Ho preso una vecchia canna che usavamo al negozio per accendere il lume a petrolio, ho intrecciato dei fili di stoppa di una tenda e ho costruito uno "scuriale". Ho fatto stirare la veste da mia madre; voleva sapere a cosa mi serviva ma non le ho detto nulla! Sai non le ho detto nulla neanche di te; i veri segreti si portano nel cuore! E così questa mattina alle 2.00 ho preso le scarpe che ho fatto riverniciare di nuovo, ho indossato la mia veste ed il mio cappuccio, ho preso lo "scuriale" e sono uscito!
100_3220Ho percorso tutte le strade di lìttle Italy! Che cosa bella! Sembrava di stare a casa! Ho rivisto i signori nobili Ciampa che portavano l'Addolorata! Ricordo come potevo fissarli negli occhi con il cappuccio e non essere riconosciuto! Almeno una volta all'anno non mi prostravo d'innanzi a loro e non guardavo per terra in segno di sottomissione! Ho rivisto i miei amici che portavano chi la corona, chi la colonna; il vento che gonfiava lo stendardo! Mi è sembrato di rivedere il sacrestano della Madonna di Rosella e Vincenzo che ci aspettavano per il sepolcro! Quella stessa luna ad illuminare strade diverse che erano diventate uguali anche se dall'altra parte del mondo!
Amore mio mi è sembrato di stare a casa! La mia casa! Quanto ho pianto, come ho stretto a me quello "scuriale" improvvisato! Ma la cosa più bella e che girandomi ho visto aumentare sempre di più i paesani che mi seguivano! Man mano che camminavo lasciavano chi la taverna, chi le proprie case per seguire me incappucciato! Amore mio questa notte sono stato felice, ho sentito tutta la mia vita rinascere!
Tuo sempre tuo Dummì

10 aprile 1898, Venerdì Santo

Nuova York

Aggiungiamo, direttamente dai documenti di Ellis Island, la copia del registro dove sono annotati gli sbarchi di tutti coloro che giungevano negli Stati Uniti in cerca di fortuna: nella pagina che si può vedere cliccando qui, il nostro Domenico Maresca figura al rigo 21, risulta sbarcato dalla nave Hesperia partita da Napoli il giorno 01/07/1897, al momento dello sbarco aveva 16 anni, il documento ci dice anche che la sua professione era Barbiere e che il viaggio fu pagato dalla madre.

PROVE DEL MISERERE A PIANO

 

Le prove del

MISERERE

a Piano di Sorrento
si terranno dal 24 febbraio
tutti i Martedì e Venerdì
alle ore 20,30
nella Basilica di
San Michele Arcangelo

martedì 21 febbraio 2012

INCIPIT VITA NOVA– dall’opuscolo 1991

Iniziamo la Quaresima che ci porterà alla NOSTRA Pasqua, cioè al Venerdì di Parasceve, con il brano con cui don Alfredo ci racconta il perchè dell’Incipit, perchè nacque e cosa si proponeva. Da parte mia un solo augurio di cuore che questo sia un Venerdì Santo all’insegna dello spirito che nel lontano 1991 fece nascere l’Incipit, credo ce ne sia veramente bisogno…. e non aggiungo altro!

Incipit vita nova! Dante vorrà perdonarmi, se mi approprio del motto,  con cui egli inizia la sua opera giovanile in lode di Beatrice, La Vita Nuova, e se do al motto un significato diverso.     La vita nuova, della quale parlo, è quella che inizia con il Battesimo,  per cui ogni battezzato comincia a vivere come figlio di Dio. Che si tratti  di una vita nuova in senso stretto, soprannaturalmente parlando, ce lo insegna Gesù, quando espone a Nicodemo la necessità di rinascere. Gesù afferma: «In verità, in verità ti dico: se uno non sia nato dall'alto, non può  vedere il regno di Dio».      Ed alla domanda sorpresa del famoso rabbino ebreo, che gli chiede  come ciò sia possibile, Gesù risponde con maggior vigore: «In verità, in verità ti dico: se uno non sia nato da acqua e da Spirito Santo, non può entrare nel regno di Dio» (Gv. 3, 3-5).  S. Paolo, poi, scrivendo ai cristiani delle chiese da lui fondate, spiega  la meravigliosa trasformazione avvenuta in loro, grazie al Battesimo, e la  necessità di vivere coerentemente come veri discepoli di Gesù Cristo. Riporto un solo passo, che tolgo dalla lettera dell'Apostolo ai cristiani di Efeso: «Questo pertanto vi dico e vi prescrivo nel Signore: di non comportarvi  come si comportano i pagani nella vacuità della loro mente, ottenebrati  come sono nei loro pensieri, estraniati dalla vita di Dio a causa della loro  ignoranza e dell'indurimento del loro cuore. Diventati così insensibili, si  sono dati alla più sfrenata lussuria, commettendo con frenesia ogni specie  d'immondezza. Voi, però, non è in questa maniera che avete imparato a  conoscere Gesù Cristo, se di fatti lo avete ascoltato e in lui siete stati istruiti come lo esige la verità che è in Gesù,secondo la quale dovete deporre  il vecchio uomo, che va corrompendosi dietro ai desideri ingannatori con  la sua primiera condotta, mentre dovreste rinnovellarvi nello spirito della    vostra mente e rivestirvi dell'uomo nuovo, che e stato creato secondo Dio,  nella giustizia e santità della verità». (Ef 4, 17-24).  Il cristiano, perciò, deve vivere secondo la fede ricevuta col Battesimo  ed imitare Gesù Cristo, mettendo in pratica i suoi comandamenti.  Nell’intento di vivere questa vita nuova in modo più efficace e fruttuoso, i cristiani impegnati hanno cercato sempre, sin dai primi secoli della Chiesa, i mezzi di santificazione, che i consigli evangelici indicano a coloro che sono animati da seria volontà. 

Dal Battesimo viene la vocazione ad ascendere le vette spirituali; la  conquista di esse non deve essere intesa solo come sforzo individuale, ma  anche collettivo. Santificarsi insieme è più facile ed è più bello. Anche questa verità è proposta continuamente dall'insegnamento divino. Basterebbe riflettere che la Preghiera Domenicale, cioè, il Padre Nostro, è un'invocazione che la grande famiglia cristiana rivolge unitariamente al Padre Celeste. Se avessi maggiore spazio, potrei parlare di ciò che S. Paolo ci insegna, proponendoci la dottrina sul Corpo Mistico di Gesù Cristo, che è, appunto, la Chiesa (Cfr. p.e. I Cor. 12,12-22 ed Ef. 4,1-6). 

Per questa necessità di vivere insieme la vita nuova di cristiani credenti e praticanti, nacquero gli Ordini religiosi e continuamente si formano nuove Congregazioni religiose. Per lo stesso motivo furono fondati i Terziari, volendo offrire, a coloro che non possono vivere in comunità, l'occasione propizia di santificarsi, seguendo le indicazioni degli Ordini religiosi con una vita cristiana più elevata e perfetta. 

Anche per questo motivo sorsero le Confraternite, le quali danno a tutti  la possibilità di vivere una più intensa vita spirituale e di attuare le opere  di misericordia, che Gesù indica come condizione sine qua non per salvarsi eternamente. (cfr. Mi. 25,31-46). 

Nella nostra Penisola Sorrentina nacquero numerose le Confraternite, specialmente nei secoli XVI e XVII, ed oggi, dopo oltre quattrocento  anni dal loro apparire, sono tuttora vive ed attive e mostrano di volerlo  essere ancora di più, ritornando alla pienezza di attività, che ebbero nei  secoli scorsi. 

Per limitarmi al Comune di Piano di Sorrento, ricordo che ben quattro Confraternite sono tra le associazioni che formano ornamento e decoro delle nostre Parrocchie. Mi basti indicarle per ordine di anzianità e precedenza: 

Ì) L'Arciconfraternita dei Pellegrini e Convalescenti (SS. Trinità) 

2) L'Arciconfraternita della Morte ed Orazione (S. Michele Arcangelo) 

3) La Confraternita della SS. Annunziala (S. Michele Arcangelo) 

4) La Confraternita della Purificazione di Maria SS. (Martora) 

Queste quattro Confraternite sono, ripeto, vive e vitali e vogliono fare  ancora meglio e di più. 

Incipit vita nova, dunque, anche per loro ed hanno scelto di viverla  insieme. Viribus unitis si procede meglio. Tanto per cominciare, esse hanno deciso, da quest'anno, di svolgere un programma unitario durante la  presente Quaresima e le prossime manifestazioni religiose della Settimana Santa. 

Ma non si fermeranno certamente qui. Sono sicuro che è solo il promettente inizio di una concorde collaborazione per tutte le altre attività  religiose e di apostolato attivo. 

Incipit vita nova! Hoc erat in votis.

Don Alfredo Amendola

(Brano tratto dall’opuscolo 1991)

lunedì 20 febbraio 2012

PROVE DEL CALVARIO

2012-02-20-021

Accompagna tuo figlio,
di età compresa tra i 5 ei 12 anni, alla prima prova del Calvario che si terrà
Domenica 26 febbraio
alle ore18,30
presso la sede del sodalizio
in Via Carlo Amalfi.

In quella occasione potrai conoscere il calendario delle prove

venerdì 17 febbraio 2012

ARCICONFRATERNITA DELLA SS. ANNUNZIATA – PROVE DEL CORO

annunziata cori

 

Lunedì 27 e martedì 28 febbraio

dalle ore 18,00 alle ore 20,00

presso la Congrega

si raccolgono le iscrizioni

al

CORO DEL “GENTI TUTTE”

ARCICONFRATERNITA DELLA SS. TRINITA’ – PROVE DEI CORI

trinita cori

Calendario delle prove dei cori a Trinità:

  • tutti i Lunedì alle 20,30 Miserere (in chiesa)
  • tutti i Venerdi alle 20,00 Miserere (in congrega) e coro femminile (in chiesa)
  • tutte le domeniche ore 19,00 coro femminile (in chiesa)

INNO “AL CALVARIO”

 

Al Calvario, al Calvario, o redenti
Ove l'ostia s'immola d’amor:
Al Calvario moviamo dolenti,
Ove il Dio della vita sen muor!
Del Suo sangue Ei ci vuole cospersi
Per amore il Suo sangue Ei ci dà:
Non sia ciglio, che pianto non versi,
Non sia cuor, che non s'apra a pietà!
Non sia ciglio, che pianto non versi,
Non sia cuor, che non s'apra a pietà!

Egli e il santo, innocente impolluto
Che la pena del reo vuol subir,
E il reo può negarGli il tributo
Dei Suoi teneri e caldi sospir?
Al Calvario, al Calvario, redenti
Ove il Dio della vita sen muor!
A lenire i Suoi atroci tormenti
Ei non chiede che lacrime e amor
A lenire i Suoi atroci tormenti
Ei non chiede che lacrime e amor.

INNO MORTE ED ORAZIONE

 

 

O Signore, che per redimerci
dal demonio e dal peccato,
soggiacesTi a tanto strazio
nel Tuo corpo immacolato,
noi vogliamo, buon Gesù
non offenderTi mai più.

Rit.: O Gesù bontà infinita,
veneriamo la Tua morte,
che ridiede a noi la vita
e ci aprì del ciel le porte,
a Te canta il nostro cuore,
che morisTi per amore.

O Signore che nel Tuo spirito
tante pene aver volesTi,
per donare all'alme nostre
le dolcezze Tue celesti,
Tu concedici o Gesù
che T'amiamo sempre più.

Rii.: O Gesù bontà infinita,
veneriamo la Tua morte,
che ridiede a noi la vita
e ci aprì del ciel le porte,
a Te canta il nostro cuore,
che morisTi per amore.

O Signore che al Tuo supplizio
associasTi pur Maria
e le desTi a noi indegnissimi
Madre grande, dolce e pia
pei Suoi meriti, o Gesù
in noi regna sempre Tu.

Rit.: O Gesù bontà infinita,
veneriamo la Tua morte,
che ridiede a noi la vita
e ci aprì del ciel le porte,
a Te canta il nostro cuore,
che morisTi per amore.

mercoledì 15 febbraio 2012

GENTI TUTTE – INNO DELL’ANNUNZIATA

Genti tutte, venite e mangiate,
questo e il giorno del Pane e del Vino
dato a tutti da Cristo Signore,
testamento di morte e d'amore.
Questo e il giorno in cui sazia ogni fame
quell'amore che in pasto si diede,
sacrificio perfetto e fecondo
fino all'ultimo giorno del mondo.

O Gesù, vero Pane del cielo
macinato e nel sangue impastato,
cotto al fuoco del santo Tuo amore,
vieni e sazia la lame del cuore! (2)

Genti tutte, venite e adorate:
è l'Altare la madia del Pane,
e la Croce il torchio del Vino
che trasforma dell'uomo il destino.
Non c'è amore più grande e più vero
di chi dona all'amico la vita
come il chicco che muore e si irriga
perchè nasca e fiorisca la spiga.

O Gesù, vero Pane del cielo
macinato e nel sangue impastato,
cotto al fuoco del santo Tuo amore,
vieni e sazia la lame del cuore! (2)

Genti tutte venite e ascoltate
la notizia più bella del mondo:
cancellato è ogni nostro peccato
nella Croce del Dio incarnato!
Ogni uomo macchiato è redento
ed ammesso alla Mensa del Padre,
cinti i fianchi e la lampada accesa
finchè non si consumi l'attesa.

O Gesù, vero Pane del cielo
macinato e nel sangue impastato,
cotto al fuoco del santo Tuo amore,
vieni e sazia la lame del cuore! (2)

GIA’ CONDANNATO IL FIGLIO – INNO PROCESSIONE DI MORTORA

 

 

1. Già condannato il Figlio
dalle ribalde squadre,
chiede l'afflitta Madre:
il Figlio mio mori.
2. O Madre dolce e cara,
o Vergine pudica,
permetti che tel dica:
il Figlio tuo morì.
3. Corre per ogni via,
incontra l'empia gente
e chiede, o Dio, piangente:
il Figlio mio morì.
4. Quel capo già chinato,
quelle annerite gote
dicono a chiare note
che il Figlio tuo morì.
5. Interroga le meste
figliuole di Sionne:
ditemi, buone donne:
il Figlio mio morì.
6. Le tombe, i sassi. i monti,
le stelle, il mar, le sfere,
tutto ti fa sapere
che il Figlio tuo morì.
7. Sale l'infausto monte
con frettolosi passi
e chiede ancora ai sassi:
il Figlio mio morì.
8. Guarda la nuda croce
che a te rivolta dice:
Ahi! mesta Genitrice,
il Figlio tuo morì!

domenica 5 febbraio 2012

INNO MORTORA

 

1. Fra immensi, atroci spasimi
si spense alfin la vita
al Figlio dell'Eterno,
dell'alma nostra aita;
del nostro core il palpito
l'amore e la beltà.

2. Sulla funerea coltrice
ahi! lo veggiamo estinto,
e il suo adorato volto
di morte e sangue tinto;
luce e sospir degli angeli
sepolto presto andrà.

3. Ecco dei crudi spasimi
la vittima divina,
dalla proterva insania
resa fatal ruina.
Fra i disonor del Golgota
e morto il Redentor.

4. Il sol sdegnato annuvola
il suo fiammante viso
dall'inumano scempio
del Salvatore ucciso;
e piange, ahimè, con fremito
la terra a tanto orror.

CORPUS DOMINI 2018